martedì 2 novembre 2010

L’UNICA SOLUZIONE GIUSTA PER I PASTORI, MA……POI…..! ! ! ! ! !

Purtroppo ci sono troppi interessi politici, industriali, ecc..., sui contributi che si dice sempre diano ai pastori , e fino a quando continueranno ad esistere questi ultimi i problemi dei pastori non finiranno mai. Provate a pensare a quello che succederebbe se questo avvenisse. I pastori farebbero molto volentieri a meno dei contributi, però a questo punto, il latte oggi dovrebbe essere pagato dall'industria casearia non meno di €2 al litro, per garantire anche al pastore una vita dignitosa almeno come un qualsiasi operaio che lavora normalmente in una azienda, (senza contare che una azienda vuole anche costruita e condotta come una qualsiasi impresa che deve sostenere spese, operai, investimenti, ristrutturazioni, ecc. e che sè il pastore si amala deve essere in condizioni di farsi sostituire senza fare la fame per pagare l'operaio).Ai 2 euro del latte, l'industria casearia dovrebbe aggiungere i suoi compensi che senza contributi non potrebbe essere meno di 1 euro a litro(parlo come minicaseificio). Di conseguenza, un litro di latte di pecora trasformato in formaggi portati alla vendita diretta a circa 2-3 mesi di stagionatura, non può essere considerato per meno di 3 euro a litro. Tutto questo significa che 1 kg. di formaggio pecorino di circa 3 mesi di stagionatura(semi-stagionato), non potrebbe essere venduto dal caseificio diretto per meno di 27 euro, quindi se passa ad un negozio (onesto) salirebbe di un altro 30%. Di conseguenza fare un discorso di indipendenza dai contributi come tutte le altre categorie sarebbe giustissimo sopratutto per i pastori, ma visto e considerato che ciò che produce l'agricoltura serve per far mangiare tutti, a questi prezzi di produzione senza contributi, quello che ci rimetterebbe di più è il consumatore con uno stipendio medio o una pensione, che non potrebbe permettersi più di mangiare.

Purtroppo c’è sempre qualcuno che dice: i pastori oggi vanno a pascolare le pecore con la macchina, rientrano a dormire a casa, e quando escono sono ben vestiti, ecc.
Pensare di acquistare ciò che è frutto di lavoro altrui, pretendendo che questi lavorino tutto il giorno come muli e vivano ancora in baracche, mal vestiti, analfabeti, e viaggino in groppa ad un asino, vendendo ciò che producono ad un prezzo, permissibile a tutti senza recepire nessun aiuto perché è un bene di consumo primario, quando chiunque svolga una attività lavorativa (compresi coloro che lavorano volontariamente qualche ora al giorno) vive dignitosamente e civilmente in una casa medio decente, è istruito normalmente, ben vestito, e viaggia con la macchina, ecc…,  sia un po’ assurdo, ma purtroppo e quello che stà succedendo.
Oggi chiunque possiede una macchina per lavorare e uscire con la propria famiglia, si veste in modo decente, esce nei giorni di festa e rientra a dormire dalla propria famiglia, almeno-che non sia pagato per dormire fuori casa, ecc..
Credo che vivere in modo dignitoso sia un diritto di tutti i lavoratori onesti che non rubano nulla a nessuno compresi i pastori e le loro famiglie.

Maria Atzeni
Az.Agr. Pab’è is tellasa
S.Andrea frius (CA)